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Specializzazione, il perfetto equilibrio tra la conoscenza e la visione

By Aprile 12, 2023No Comments

Un’intervista ad Armin Hofstaetter, product manager di Amonn, per approfondire alcune tematiche fondamentali per conoscere il settore del legno e dei prodotti vernicianti ad esso dedicati e per fare chiarezza a proposito di un mercato in cui la specializzazione fa la differenza.

Una chiacchierata a tutto tondo con Armin Hofstaetter, product manager di Amonn, ci ha portati ad approfondire alcune tematiche di grande interesse sia per quanto riguarda il settore dei prodotti vernicianti per il legno sia per quanto concerne il mondo dell’edilizia in legno. In realtà, però, molte sue argomentazioni sono valide per il mondo del costruito e dei prodotti vernicianti in generale, a partire dalla definizione del concetto di specializzazione.

Armin Hofstaetter, cosa si intende quando si parla di specializzazione?

Produrre un impregnante, una finitura, una pittura o uno smalto è una tecnologia a portata di tutti i produttori di pitture e vernici. La mia opinione è che uno specialista si differenzia nella conoscenza profonda del supporto da trattare e dell’intera filiera nella quale viene utilizzato questo materiale, che si tratti di legno, ferro, muraturano altro. Il prodotto, o meglio, la soluzione che ne deriva è frutto dell’esperienza maturata sul campo a diretto contatto con i laboratori, i tecnici, l’industria e gli utilizzatori in generale. In tutto questo devono poi rientrare il rispetto delle norme, le corrette certificazioni a supporto dell’efficacia dei materiali prodotti e la ricerca di formulazioni sempre più prestazionali e meno inquinanti. E infine, cosa fondamentale e non banale, dietro alla specializzazione deve esserci uno staff competente a supporto tecnico pre e post vendita.

Quali sono gli elementi che differenziano i prodotti vernicianti per il legno specializzati da quelli che lo sono meno?

Il fatto stesso che stiamo parlando subito di prodotti è già l’approccio sbagliato. Lo specialista cerca soluzioni e individua i prodotti in base alla necessità. Saper individuare le diverse situazioni che si possono incontrare e dare la giusta consulenza è il fattore differenziante. Spesso la soluzione migliore poi non è l’utilizzo di un singolo prodotto ma la combinazione di diversi prodotti per allungare i tempi di manutenzione, permettere una facile manutenzione e incontrare i gusti estetici del cliente finale. È chiaro che, poi, a livello di ricerca e sviluppo, occorre fare un grande sforzo per cercare le materie prime migliori e inserirle in formulazioni prestazionali e processi di produzione virtuosi, ma tutto questo è solo il passo successivo. Se poi rientriamo nel concetto di formulazioni per la protezione del legno da agenti biologici non dimentichiamoci del grande lavoro burocratico. Il Regolamento Biocidi BPR, se non aggirato, richiede un impiego di conoscenze e risorse sia umane che finanziarie elevatissimo.

Quali sono le tendenze più evidenti in materia di prodotti vernicianti per il legno? Afferiscono più ai loro contenuti o alla loro destinazione d’uso?

A entrambi! Il legno è il materiale da costruzione in questo momento più promosso dall’Unione Europea per la sua caratteristica di essere rinnovabile e di abbassare il livello di CO2 nell’atmosfera. Contemporaneamente necessita di poca energia per la produzione e rientra nel ciclo vitale della natura stessa. Sono anni che veniamo costantemente sensibilizzati al rispetto dell’ambiente per passare alle generazioni future un mondo migliore e nelle costruzioni in legno è stata trovata la risposta. Siamo solo all’inizio, ma il processo ha preso piede e sono sempre di più i tecnici che utilizzano questo materiale, fino ad oggi poco noto in Italia, se non per fare tetti, balconi e serramenti. Se si comincia ad usare il legno al posto del mattone, dobbiamo aver chiaro che i clienti finali non ricercano solo la salubrità e la sostenibilità, vogliono sicuramente anche parametri come la durabilità, la sicurezza e l’estetica. Come Amonn abbiamo scelto non solo di specializzarci sul materiale, ma anche sulla sua destinazione d’uso, ovvero l’edilizia in legno. In tal senso abbiamo riscontrato diverse tendenze e non tutte vanno d’accordo tra di loro. Per la protezione del legno si necessita di prodotti altamente performanti e certificati e ad oggi si riescono a realizzare soltanto inserendo principi attivi certificati e leganti derivanti dal petrolio. Il contenuto di VOC in questi prodotti può essere tenuto a livelli molto bassi ma non rientranti in quelli che sono i parametri definiti basso emissivi a livello europeo. D’altro canto, invece, si riescono ad ottenere prodotti con valori di emissioni di VOC veramente bassi per ambienti interni o esterni coperti e, quindi, coadiuvanti per la salubrità degli ambienti interni. Se poi vogliamo fare un passo ulteriore, si riescono ad ottenere prodotti con ottime caratteristiche anche usando materie prime non derivanti dal petrolio e quindi con un ciclo di vita del prodotto molto virtuoso. A livello europeo nascono sempre di più certificazioni di prodotti per differenziare il loro impatto ambientale fino ad allargare i parametri non solo alla sostenibilità ma anche alla natura delle materie prime. Basti vedere il Marchio ambientale della Fondazione Colore Svizzera dove per la classificazione A si richiede che > 95% delle materie prime derivi da fonti rinnovabili.

Quali sono i margini di implementazione e di miglioramento della cultura di settore sui prodotti vernicianti per il legno?

Sono molti, spesso non conosciuti. Uno dei prodotti che Amonn vende di più in Germania è il fondo protettivo con azione contro funghi decoloranti, funghi distruttori e insetti xilofagi. I vantaggi legati al pretrattamento del legno con un fondo protettivo non riguardano solo l’aspetto protettivo stesso, ma l’aumento della tenuta delle mani successive, l’abbassamento dell’assorbimento di acqua, la minor pressione del vapor acqueo sulla pellicola e l’aspetto estetico più uniforme. È una tipologia di prodotto che tutti sanno che va usata e viene chiesta in automatico. In Italia non ne vendiamo un litro. Non so per quale motivo in Italia si sia diffusa l’idea che per proteggere il legno basti una mano di impregnante. Tutti sanno che per trattare il ferro ci va prima un antiruggine e su una parete che spolvera si mette un fissativo, ma su una materia organica come il legno basta una mano di acqua colorata. Non voglio fare polemica, ma a chi pensa di mantenere bello il legno all’esterno nel tempo con una mano di impregnante devo dare una delusione. Il legno è una materia prima naturale usata da secoli nelle costruzioni e ci sono tutte le conoscenze e tecnologie necessarie a disposizione per costruire correttamente edifici in legno e trattarlo per mantenerlo nel tempo. Per questo siamo costantemente impegnati nel cercare di fare formazione a tutti i livelli.

Legno e sostenibilità: un binomio scontato anche in tempi non sospetti, ora ancora di più, soprattutto in un momento in cui la sostenibilità è diventata obiettivo e argomento diffuso. Come comprenderne la vera sostanza?

In parte abbiamo già affrontato questo discorso e si potrebbe scrivere un libro intero. Per quanto riguarda l’edilizia si è alla ricerca di abitazioni nZEB o a dirittura net Zero per il 2050. Parlerei più di Lifecycle che di sostenibilità. Il legno e le tecnologie sviluppate intorno a questo materiale permettono di realizzare costruzioni basso emissive con efficienza energetica elevata e il tutto utilizzando materiali che quasi integralmente possono rientrare nel ciclo vitale della natura una volta terminato il loro uso.

Edilizia in legno: quanto lavoro c’è da fare ancora perché abbandoni la sua dimensione di nicchia e diventi una vera e propria soluzione costruttiva?

Dai dati in mio possesso la presenza delle abitazioni in legno in Italia si attesta intorno al 9% e per definizione siamo ancora nella fase di innovazione. Per arrivare a una fase di diffusione si deve raggiungere il 15% circa e la tendenza è effettivamente in crescita. Quanto ci voglia ancora non glielo so dire ma anche in questo caso conta molto la qualità. Il cliente finale nutre ancora dei dubbi sull’acquistare una casa in legno. Se la qualità di queste costruzioni viene tenuta alta, allora sempre più persone si convinceranno degli effettivi vantaggi. Per non parlare dei rivestimenti delle case. A oggi la maggior parte degli edifici in legno viene rivestito con un sistema a cappotto con rivestimento finale. All’estero invece si usano molto facciate ventilate in legno magari preingrigite per evitare di fare manutenzione nel tempo. Anche qui bisognerà aspettare un bel po’ prima che il cliente finale in Italia si convinca che il legno all’esterno può tranquillamente essere posizionato senza grandi impegni.

Si dà per assunto che i prodotti che in qualche modo sono destinati al legno ne rispettino la natura green: ma distinguono è sempre vero? ? Bastano le etichette ambientali per identificarli? Se sì, quali?

A livello di marketing si possono scrivere tante cose, ma che un prodotto a base solvente, contenente resine alchidiche conservanti e principi attivi vari, possa essere considerato “green” direi che è fuori luogo. Le etichette ambientali parlano di emissioni e contenuto di sostanze volatili, ma non entrano nella natura del prodotto stesso. Come già detto, con le tecnologie attuali non si può diventare estremisti dell’ambiente, quello che si può fare è cercare per ogni problema la soluzione migliore nel rispetto dell’ambiente e della natura. Le etichette ambientali in Europa poi sono un problema, ce ne sono troppe. I CAM da un punto di vista di emissioni prendono in considerazione circa 15 sostanze con dei parametri di ammissibilità piuttosto alti, poi per le vernici fanno anche riferimento all’Ecolabel europeo, elemento obbligatorio per essere in regola con i CAM, ma che non prevede ulteriori test di emissioni. Ci sono certificati ben più stringenti con valori di ammissibilità molto più rigidi e oltre 200 sostanze analizzate. Quando si testa un prodotto sulla base di queste certificazioni se ne attesta la salubrità per l’essere umano. Invece, quando si parla di natura e di ambiente bisogna analizzare il contenuto del barattolo e si di diventa ancora più fantasiosi. Sarebbe bello unificare, non solo a livello italiano ma anche a livello europeo, dei criteri per definire la salubrità e l’ecocompatibilità dei sistemi vernicianti con il fine di fare una comunicazione trasparente e comprensibile per tutti.